lunedì 27 aprile 2009

Lungaggini burocratiche? nessun diritto di risarcimento al contribuente

Più di un contribuente da noi assistito ci ha chiesto in questi anni di professione di poter citare in giudizio la Pubblica Amministrazione (nello specifico amministrazione finanziaria) per ottenere rimborso danni per il tempo letteralmente perso a sistemare avvisi bonari, cartelle esattoriali, sgravi di vincoli aministrativi, iscrizioni di ipoteche del tutto errate e non dovute in principio.

A riguardo é interessante una recente sentenza della Corte di Cassazione (la n. 8703 del 09 aprile 2009 - udienza del 17.3.2009).

In sostanza (strabiliante, se non sconvolgente!) il contribuente, residente a Catania, dopo aver chiesto tramite Giudice di Pace 300(trecento) euro a titolo di risarcimento danni ritenuto "(...)violato il divieto del nemin ledere, in considerazione della lunghezza dell'iter burocratico, durato sei mesi, con conseguente turbamento del "diritto alla tranquillità" del (contribuente) facendogli spendere tempo ed energie, tra visite "a vuoto" agli sportelli, richieste e reiterati solleciti, per dimostrare che la somma richiestagli non era dovuta (...)" si é visto negare dalla Cassazione l'ammontare.

La sentenza infatti recita "(...)nella specie, non sussiste un'ingiustizia costituzionalmente qualificata, tantomeno si verte in un'ipotesi di danno patrimoniale prevista dal legislatore ordinario, risultando, piuttosto, la ritenuta lesione del "diritto alla tranquillità" insuscettibile di essere monetizzata, siccome inquadrabile in quegli sconvolgimenti quotidiani "consistenti in disagi, fastidi, disappunti, ansie ed in ogni altro di insoddisfazione" (c.d. bagatellari) ritenuti non meritevoli di tutela risarcitoria(...)".

Insomma: richiesta di risarcimento rigettata. Ovvero armarsi di pazienza.

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