La corte di Giustizia europea sta indagando su Italia, Spagna, Paesi Bassi e Belgio per discriminazione fiscale (in materia di tassazione dei dividendi).
Se esiste un mercato unico europeo, deve per definizione esistere anche parità di trattamento dei contribuenti nelle legislazioni interne fra gli Stati.
Il caso é sulla tassazione dei dividendi: poniamo la società Pippo spa che emetta dividendi per 100.000 euro ai due soci (altrettanto società di capitale, quindi srl o spa; per semplificarci la vita facciamoli al 50%). Un socio é italiano e un socio é non residente.
Per i dividendi che finiscono al socio itlaiano la tassazione nella sua dichiarazione dei redditi é pari al 33% (ires) sul 5% del dividendo stesso (il 95% é esente). Pertanto l'imposta reale da versare é pari al "solo" 1,65% (825 euro su 50.000).
Per i dividendi che invece finiscono al socio non residente in Italia, esiste la tassazione alla fonte pari al 27% per le azioni ordinarie e al 12,50% per le azioni al risparmio. poniamo di avere a che fare con azioni ordinarie: in tal caso le impote sul dividendo sarebbero pari l 27% di 50.000euro di dividendo, pari a 13.500 euro di imposte.
Ecco la disciriminazione (e quindi la "non libera circolazione di beni e capitali" all'interno della UE): il residente in Italia e il non residente hanno a parità di reddito diversa fiscalità.
Staremo a vedere che succede, assieme agli altri tre paesi che ho indicato, che ovviamente hanno imposizioni diverse, ma i principi fondamentali sono gli stessi. Per la Lettonia invece é stata redatta una diffida di chiarimenti da parte dell'UE, al fine di ottenere delucidazioni sul trattamento fiscale dei dividendi per i non residenti..
Nessun commento:
Posta un commento